La biotina, conosciuta anche come vitamina B7, fu scoperta in seguito a diversi studi scientifici che durarono diversi anni. Questa tipologia di studi riguardavano le possibili alterazioni cutanee dovute a una particolare nutrizione. Lo studio consisteva nel somministrare ad animali alimenti come albume d’uovo crudo e proteine sempre estratte dalle uova. Dopo questi esperimenti, si scoprì che la carenza di biotina poteva causare nei mammiferi, compreso l’uomo, diverse disfunzioni e malformazioni.
Per questo motivo, la biotina, se non assimilabile tramite l’alimentazione, deve assolutamente essere integrato nell’organismo, soprattutto negli individui più giovani, tramite l’utilizzo di integratori alimentari. La biotina è una vitamina idrosolubile, conosciuta anche con altri nomi. Essa è conosciuta, infatti, in altre zone del mondo come Vitamina H, Vitamina B7 e Vitamina B8.
Il nome ufficiale di questa vitamina risulta essere biotina, nonostante il nome con cui ci si rivolge a questa vitamina cambi da paese in paese. La biotina è importante per diversi processi fisiologici che avvengono all’interno dell’organismo, ma principalmente si può ritenere questa vitamina responsabile del metabolismo di grassi, proteine, carboidrati e amminoacidi.
La biotina risulta essere solubile in acqua e resistente a diverse intensità di calore, e si decompone solo in presenza di antiossidanti particolarmente forti. Questa vitamina può essere integrata nell’organismo tramite determinate tipologie di alimenti, solitamente di origine animale, ma è possibile utilizzare anche integratori alimentari.
I meccanismi di assorbimento e sintesi della biotina non risultano essere chiari, ma è possibile che la scissione tra biotina e proteine a cui è legata avvenga grazie all’azione del pancreas. La biotina, in seguito, viene assorbita da due diversi tratti dell’intestino, ovvero l’ileo e il digiuno, mediante due meccanismi di trasporto.
Il trasporto attivo si verifica quando la quantità di vitamina presente nell’organismo è molto bassa. In questo caso, la molecola di biotina subisce uno scambio con uno ione di sodio. Il trasporto passivo, invece, si verifica quando il quantitativo di biotina è molto alto. In questo caso, avverrà mediante un processo che prende il nome di diffusione semplice.
A cosa serve la biotina
A cosa serve la biotina? Come ogni vitamina, la biotina ha funzioni ben specifiche all’interno dell’organismo. Inizialmente, secondo studi scientifici condotti nella metà del 900, la biotina si considerava utile solo per curare e proteggere tutto ciò che interessava il primo strato di epidermide, ovvero la cute: la biotina è utile, quindi, per capelli, pelle e unghie.
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Recenti studi, invece, hanno dimostrato l’efficienza della biotina anche per migliorare le funzioni del sistema nervoso e del metabolismo tiroideo. L’utilizzo della biotina risulta essere notevolmente efficace anche per combattere diversi stati di alopecia e per ridurre al minimo la caduta fisiologica dei capelli dovuta ai cambiamenti stagionali.
In questo caso, è possibile combattere queste situazioni utilizzando diversi prodotti, acquistabili in farmacia, erboristeria ma anche nei supermercati, che contengono biotina. Solitamente, questi prodotti contengono anche altri ingredienti che, uniti alle proprietà della biotina, riescono addirittura ad amplificare i poteri.
Questi prodotti vengono utilizzati non solo per curare l’alopecia e una lieve perdita di capelli, ma anche semplicemente per rinforzarli. La biotina può essere utilizzata anche per la semplice cura della pelle, soprattutto per quanto riguarda la cute dei bambini in quanto questa vitamina risulta essere molto delicata e ben tollerata soprattutto dai più piccoli.
Risulta essere particolarmente indicata per chi soffre di pelle secca, tendente a dermatite, ma può essere utilizzata anche per riequilibrare la produzione sebacea per chi soffre di pelle tendente al grasso.
Le controindicazioni legate all’utilizzo della biotina
L’utilizzo di integratori alimentari a base di biotina è solitamente sicuro e ben tollerato. la biotina risulta, infatti, essere una vitamina molto delicata e ben accolta anche dai più piccoli. I casi di allergia a questa vitamina sono molto rari, ma non pochi.
Le controindicazioni legate all’utilizzo di questa vitamina si riferiscono, infatti, alla possibile intolleranza o allergia a questa tipologia di vitamina. Nonostante ciò, l’utilizzo della biotina non è consigliabile nel caso si assumano determinati tipi di farmaci.
L’utilizzo di farmaci per trattare le convulsioni, come ad esempio la carbamazepina, la fenitoina e il fenobarbitale, possono interferire con la biotina riducendo le concentrazioni nel sangue. Anche alcune tipologie di antibiotico e la vitamina B5 possono ridurre le concentrazioni di biotina nell’organismo.
Per questo motivo, è consigliabile consultarsi col proprio medico prima di assumere integratori alimentari a base di biotina, in quanto potrebbe non essere ben tollerato dall’organismo. L’utilizzo di integratori alimentari a base di biotina è anche sconsigliato in caso di gravidanza o allattamento al seno.
In che alimenti è presente
La biotina, o vitamina H, è presente unicamente in alimenti di origine animale. Questa vitamina risulta essere resistente al calore, per questo motivo alcuni alimenti che contengano la biotina non la perdono durante la cottura.
Gli alimenti che contengono la biotina sono fegato di pollo, fegato di maiale o manzo, uovo di gallina, lievito di birra, avocado, arachidi, salmone e semi di girasole. Per assorbire in modo corretto la biotina, è necessario digerire i pasti completamente.
Spesso, infatti, la biotina non viene assimilata correttamente perché la funzione pancreatica potrebbe essere leggermente compromessa. La lisina viene assorbita dall’intestino digiuno e l’intestino ileo.
I meccanismi di assorbimento non sono ancora conosciuti, ma recenti studi hanno dimostrato che la sintesi della vitamina avviene grazie alle concentrazioni di sodio.
La biotina, o vitamina H, risulta essere di notevole importanza per gli enzimi coinvolti nelle varie sintesi metaboliche. Si tratta delle sintesi della digestione, la sintesi proteica, la crescita cellulare e la gluconeogenesi. La vitamina H è coinvolta anche per il catabolismo, ovvero la scissione delle molecole organiche complesse, e l’utilizzo di tre amminoacidi che presentano una catena ramificata: leucina, isoleucina e valina.
La biotina, quindi, permette la sintesi degli acidi grassi ed è utile per mantenere stabile il livello di glicemia. La biotina, o vitamina H, è presente all’interno dell’organismo ad alta concentrazione.
La sua concentrazione risulta essere uniformemente distribuita: la biotina, infatti, è presente in ogni cellula dell’organismo, anche se sotto forma di altri enzimi che prendono il nome di biocitina. La vitamina H, però, risulta essere particolarmente presente all’interno del fegato, del pancreas e della milza.
In questa zona, infatti, l’azione di questa vitamina risulta essere molto più richiesta e impegnativa, a causa delle varie sintesi enzimatiche e degli acidi grassi che interessano questi organi.
Alimento | Quantitativo di biotina in 100 grammi |
Fegatini di pollo | 250 mg |
Uova | 69 mg |
Piselli freschi | 40 mg |
Crusca | 66 mg |
Parmigiano | 23 mg |
Ostriche | 10 mg |
Orzo | 31 mg |
Cosa fare in caso di carenza di biotina
La carenza di vitamina H, o biotina, risulta essere molto rara, soprattutto negli individui adulti. Questa carenza può essere causata dalla scelta di una dieta alimentare non idonea, magari priva di alimenti di origine animale o derivata o più frequentemente dall’ereditarietà di uno o più disturbi genetici congeniti che influenzano il metabolismo, come ad esempio la carenza dell’enzima HLCS.
Chi soffre di questa disfunzione non esegue correttamente la sintesi di diversi enzimi. In questo caso, la biotina si collega in modo covalente alla carbossilasi, nella quale la vitamina H agisce da cofattore.
Questa condizione risulta essere relativamente recente, basti considerare che lo screening neonatale per la carenza di biotinidasi è iniziato solo negli anni 80-90. La carenza di vitamina H o biotina si verifica, solitamente, con maggior frequenza nelle donne che allattano al seno e nelle donne in stato fi gravidanza.
La carenza di biotina, o vitamina H può causare sintomi lievi che coinvolgono sia la sfera psicologica sia quella neurologica, e possono essere depressione, letargia, allucinazioni, intorpidimento e formicolio delle estremità. In caso di carenze gravi possono verificarsi anche casi di diradamento dei capelli, alopecia, unghie fragili, eruzioni cutanee in zone ad alta densità sudoripara come genitali e ascelle, eritemi e congiuntivite.
Le persone che, invece, soffrono di carenza di biotina dovuta a fattori genetici, risultano sviluppare condizioni che alterano la funzionalità del sistema immunitario, causando un’elevata sensibilità alle influenze stagionali e le infezioni a causa di batteri e funghi. La carenza da biotina, o vitamina H, può anche svilupparsi in determinate tipologie di individui che sono affetti o soggetti a determinate patologie e condizioni, come ad esempio:
- Individui che subiscono un’alimentazione parenterale.
- Individui affetti da malassorbimento intestinale.
Persone che scelgono uno stile di vita particolare, come i vegani e i vegetariani. Queste persone, infatti, non consumano o consumano parzialmente alimenti che contengono la vitamina H e che quindi possono sviluppare carenze di questa vitamina.