Vitamina D bassa e ansia

La vitamina D è un elemento molto importante per la salute dell’organismo in quanto necessaria per numerose funzioni biologiche. Innanzitutto essa è indispensabile per il metabolismo del calcio e del fosfato, aiuta la crescita dello scheletro e la salute delle ossa, prevenendone la degenerazione anche in età avanzata.

Oltre a questo, la vitamina D stimola l’assorbimento del magnesio e sembra anche avere un effetto benefico sulle funzioni neuromuscolari e immunitarie, riuscendo anche a ridurre le infiammazioni. La vitamina D viene sintetizzata in maniera adeguata da tutti i mammiferi che sono esposti in maniera sufficiente alla luce del sole.

Una molecola lipidica, più che una vitamina che somiglia molto al pro-ormone e che riduce gli effetti quando interagisce con un recettore nucleare presente in alcuni tessuti differenti. Ecco un riepilogo dello stato di Vitamina D nell’0rganismo:

CondizioneConcentrazione (ng/ml)
Insufficienza12 ng/ml – 30 ng/ml
Normalità30 ng/ml – 80 ng/ml
Eccesso>80 ng/ml
Tossicità>150 ng/ml

A cosa serve

Come visto in apertura la vitamina D è in grado di migliorare l’assorbimento del calcio da parte dell’organismo. In genere, esso viene sintetizzato in maniera autonoma dall’organismo e ha una struttura che molto ricorda gli ormoni steroidei.

Indispensabile per l’omeostasi del calcio e del fosfato permette allo scheletro di crescere nella maniera corretta e nel corso della vita di ogni persona, permette alle ossa di conservare la loro naturale salute. Oltre a tale ruolo la vitamina D è in grado di mantenere il trofismo cartilagineo, aiutare il riassorbimento del calcio e del fosforo da parte dei reni.

Definita la vitamina del sole, il suo apporto è indispensabile fin dalla primissima infanzia e proprio per questo motivo, non di rado si ricorre alla sua integrazione. Gli integratori a base di vitamina D sembrano essere in grado di rallentare il processo ossidativo dei tessuti.

Bassi livelli di vitamina D possono essere causa di diverse patologie, in particolare possono concorrere all’infarto del miocardio, ictus, malattia cerebrovascolari, cancro, artrosi e fratture ossee. Oltre a queste la carenza della vitamina può anche essere causa di comparsa di ipertensione, malattie a livello cardiovascolare, diabete, sindrome metabolica, malattie autoimmuni, infezioni.

Studi recenti hanno poi correlato un basso quantitativo di vitamina D nell’organismo, con la comparsa di stati di ansia e di problematiche a livello psicologico.

Più vitamina D per citare l’ansia

I primi studi che mettono in relazione la vitamina D con l’ansia risalgono al 2013 e sono stati condotti su persone già affette da disturbi depressivi e di ansia. Tali studi hanno evidenziato come i soggetti maggiormente esposti sono quelli che presentano una carenza di vitamina D.

Uno studio questo, che ha messo in risalto come sia possibile che un basso valore di vitamina D nell’organismo possa essere causa do depressione e sindromi ansiose. Quindi dovrebbe essere possibile affermare che la vitamina non influisce solo sulle ossa e sul sistema immunitario, ma anche a livello psicologico e quindi sull’umore. 

Uno studio precedente, del 2005 ha invece individuo diverse recettori della vitamina D, che sarebbero presenti nell’area celebrale che si collega all’insorgere della depressione. Questo è plausibile se si pensa che l’elemento più che essere ritenuto una vitamina è considerato molto simile a un ormone, quindi in grado anche di intervenire su neurotrasmettitori protagonisti della sintesi di dopamina e serotonina.

Vitamina D bassa e ansia

Da ciò è possibile affermare che la vitamina D risulta avere effetti veramente importanti sull’umore e sulla psiche in generale. Una carenza stagionale della stessa sugherebbe anche il fenomeno conosciuto come SAD e cioè: disturbo affettivo stagionale, che sei verifica in maniera particolare nei mesi freddi, quando l’esposizione ai raggi solari cala drasticamente.

Nonostante i numerosi studi in materia, occorre però specifica che la certezza di questo meccanismo non è stata ancora raggiunta e che sono ancora molti gli aspetti da chiarire. Nonostante ciò sembra chiaro che un calo di vitamina D possa influire sul benessere fisio-psicologico del soggetto, essere causa di depressione e ansia.

Di logica, si crede anche che la vitamina può concorrere alla cura della problematica psicologica.

Chi è più predisposto alla carenza

Per permettere al corpo di restare in un buon equilibrio psico fisico è quindi importante che esso possa mantenere un buon livello di vitamina d in maniera costante. Questo è possibile affermarlo anche considerando gli studi che sono stati condotti, in merito alla carenza di vitamina D, su soggetti che sembrano essere target a rischio di soffrire di disturbi di depressione e di ansia.

Inaspettatamente, occorre in effetti sottolineare come ci siano alcune persone che siano maggiormente inclini a sviluppare senso di ansia e di inapprorpiatezza. Tali soggetti si espongono raramente al sole, avendo la tendenza ad isolarsi e non uscire.

Inoltre le condizioni cliniche di tali soggetti, non permetterebbero loro di assorbire la vitamina nella maniera migliore. Ne sono un vivido esempio gli anziani, inoltre tutte quelle persone che tendono ad uscire poco e a passare buona parte delle loro giornate a casa.

Un comportamento questo, che fa in modo che non esponendosi ai raggi solari sintetizzino un quantitativo sufficiente di vitamina D e di riflesso, essere maggiormente esposti allo sviluppo di ansia e depressione. Sono ad alto rischio anche le persone obese, le quali sembrano avere l’esigenza di un’assunzione maggiore di vitamina D, se confrontata a quella di cui hanno bisogno le persone normopeso.

Questo è forse uno dei motivi per chi l’obesità è anche considerata motivo di sviluppo di stati depressivi e ansia. Inaspettatamente è stato anche possibile notare, grazie a uno studio del 2006 come le persone di colore siano maggiormente esposte a una possibile carenza di vitamina D3.

Si è pensato a tal proposito che la pelle scura impedisse in una qualche misura, l’assorbimento dei raggi solari per via di una maggiore quantità di melanina. Questo potrebbe portare alla produzione minore di vitamina D, anche se si passano molte ore esposti alla luce del sole.

Anche in questo caso, tutto ciò che si ha di certo, lo si ha in base a dei dati approssimativi e non se ne ha alcuna certezza.

Come integrare

Sembra quindi chiaro che nel caso in cui si verifichi una carenza di vitamina D nell’organismo, è indispensabile anche procedere con integrazione per evitare che la carenza sia causa di problematiche anche piuttosto gravi da trattare. Per procedere con integrazione la prima cosa da fare sarebbe quella di consultare un medico specialista per comprendere di quale integrazione si ha bisogno andando a verificare quelli che sono i livelli di vitamina D. 

Se effettivamente si nota una carenza e il medico riterrà opportuno procedere con l’integrazione, si dovranno seguire alcuni consiglia validi. Innanzitutto occorre ricordare che il sole è il principale attore per lo sviluppo della vitamina D, quindi è necessario esporsi maggiormente all’aria aperta.

Potrebbe essere sufficiente una passeggiata, leggere un buon libro sul balcone o concedersi una tisana in terrazza. Questo senza dimenticare che al corpo sono necessari, per stare bene, dai 15  minuti, fino alle 2 ore di esposizione giornaliera, per poter avere il giusto quantitativo di vitamina D.

Probabilmente questo è il motivo per cui si crede fermamente che è importante stare all’aria aperta per contrastare l’ansia e la depressione. È però importante calibrare l’esposizione al sole in funzione del luogo in cui si vive, ricordando che ce ne sono alcuni in cui il cole picchia in maniera maggiore e quindi più efficace in termini di sintesi della vitamina D da parte dell’organismo.

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Tali elementi permettono di comprendere quanto sia veramente importante offrire al corpo il giusto quantitativo di vitamina D. Per questo però, a sola esposizione alla luce solare non è sufficiente e occorre integrare.

Si può pensare si assumere parte della quantità di vitamina di cui si ha bisogno attraverso l’alimentazione, ma purtroppo gli alimenti che ne contengono abbastanza sono pochi, si possono citare il salmone, lo sgombro, gli agrumi e alcuni cereali. Un nutrizionista sarà comunque in grado di indicare un’alimentazione corretta che permetta di avere il giusto quantitativo di vitamina D, evitando così ripercussioni sul proprio organismo per via di una sua carenza.

Carenza ed eccesso

Riuscire ad offrire al corpo il giusto quantitativo di vitamina D è indispensabile per evitare che vi siano problematiche di sorta, tra cui, lo sviluppo di patologie psicologiche e connesse a stati di ansia. Allo stesso tempo, però, è anche indispensabile riuscire a non superare la dose massima consigliata, in quanto un eccesso potrebbe essere altrettanto problematica.

Nello specifico, un eccesso di vitamina D può essere causa di calcificazione diffusa a livello dei vari organi, che si può verificare con l’insorgere di diarrea, vomito e spasmi a livello muscolare. Quindi in altre parole, è possibile affermare che per il corpo umano sia effettivamente dannosa, sia la carenza di vitamina, che la sua elevata presenza.

Per quello che riguarda la carenza, ci sono dei comportamenti che ne possono essere causa. Se, come etto, la vitamina D viene sintetizzata grazie all’esposizione al sole è vero che una sua carenza può essere causata da tutti quesi comportamenti che impediscono tale pratica.

Ne sono esempio il vestirsi troppo coperti, l’utilizzo di crema solari con protezioni troppo elevate, ovvero il restare chiusi in un ambiente circoscritto per diverse ore al giorno. Ma la vitamina D è dispersa anche quando il soggetto assume comportamenti poco sani, come l’abuso di alcool, il consumo di stupefacenti, ma anche l’utilizzo di alcuni farmaci che vanno ad interferire con la vitamina D.