Latte HA o ipoallergenico per neonati: scopri di più

Il latte ha è un latte ipoallergenico dove i protidi del latte vaccino vengono frammentati in parti più piccole.

Questo proprio per diminuire la possibilità di una reazione allergica al latte.

Va precisato che le molecole proteiche mantengono dimensioni che possono comunque scatenare allergia in un bambino se ha già manifestato il disturbo.

Il latte ha viene utilizzato a scopo preventivo, anche se uno o entrambi i genitori sono allergici.

I neonati che hanno già manifestato allergie vengono alimentati con altri tipi di latte.

Questo latte ha è ipoallergenico, secondo alcuni studiosi è utile allo scopo per cui è commercializzato.

Come dice il nome è latte artificiale con un basso potere allergizzante, perchè privo delle sostanze particolari che possono dare allergia.

Il latte ha infatti è idrolizzato il che lo rende adatto nell’allattamento di neonati e bambini molto piccoli che sono a rischio di allergia.

Essa può essere presente o per familiarità o perché i neonati hanno già sintomi come l’asma, scarsa crescita, eczema o altre malattie allergiche.

La verità sul latte HA non è univoca

Questo tipo di latte andrebbe usato per almeno 6 mesi, solo o con aggiunta di allattamento al seno, se tollerato. I pediatri lo consigliano ma non possono sapere prima se un tipo di alimentazione del genere possa sempre funzionare.

Sempre meglio però provare che rischiare di peggiorare la situazione con del latte artificiale normale.

Uno studio australiano sul latte ha è stato fatto su più di 60 neonati con storia familiare di allergia, sono stati nutriti 1/3 con una formula di latte vaccino 1/3 con latte ha e 1/3 con latte di soia.

A 6 mesi, a 12 e 24 mesi sono stati sottoposti a test cutanei per 6 allergeni comuni, compreso il latte.

L’obiettivo era quello di verificare se sviluppavano o meno reazioni allergiche.

Il risultato è che non c’erano differenze sostanziali tra i bambini che avevano assunto latte vero, latte ha e di soia.

Ciononostante continuano a esservi invece molte testimonianze che suggeriscono il contrario. La verità è che l’ambito delle allergie alimentari è difficile. Le idee stanno cambiando e anche i risultati delle ricerche.

Su stesse riviste sono stati pubblicati dati diversi su altri studi scientifici. Da questi emergono ad esempio idee opposte sul consumo di latte vaccino e latte ha.

Per il primo esso poteva aiutare a superare l’allergia al latte, per il secondo no.

Latte ipoallergenico e per allergie

Non è quindi sempre chiaro se questo latte ipoallergenico riduca il rischio di allergie oppure no.

Questi preparati per neonati vogliono prevenire la comparsa di un’allergia.

Il mercato propone molti tipi di latte artificiale: quello per la prima età, quello integrativo, quello antirigurgito, e anche addensato.

Davanti alla moltiplicazione dei preparati si fa fatica a capire se le proprietà dichiarate siano tutte efficaci o meno.

I cosiddetti preparati ipoallergenici, come il latte ipoallergenico, dovrebbero proteggere i neonati, con familiarità o problemi specifici, dal rischio di sviluppare allergie.

La particolarità è che le proteine del latte ipoallergenico sono idrolizzate.

L’idrolizzazione permette di esporre i bambini a un minor numero di antigeni.

Riducendo così il rischio di sviluppare un’allergia specifiche alle proteine del latte. Anche se questo ragionamento è teorico ci sono anche testimonianze.

Esse sottolineano come questo tipo di latte abbia invece effettivamente aiutato a prevenire delle situazioni di rischio in neonati predisposti.

Il miglior latte ipoallergenico per neonati è quello materno

Su questo si è sicuri, ma quando non è possibile utilizzarlo allora si deve avere un’alternativa sicura.

Il latte materno è di sicuro riconosciuto come la migliore prevenzione.

E, sempre di più gli studi lo confermano. Anche vero che il latte ipoallergenico, negli anni ha fatto passi da gigante.

L’efficacia dei preparati di questo tipo è stato dimostrato. Ci sono studi dove si sono incrociati dati di un campione molto ampio di bambini due mesi dopo la nascita.

I genitori dovevano indicare se il neonato veniva allattato al seno, oppure prendeva un platte ipoallergenico, per neonati, e quale.

Bisognava anche indicare se a due mesi, un anno o due i bambini avessero ricevuto una diagnosi di allergia alle proteine del latte e se avevano l’asma.

La conclusione, è che il consumo di latte ipoallergenico non era associata a un’aumento o meno del rischio di sintomi di allergia.

Una risposta abbastanza neutra anche per i bambini con precedenti familiari di allergie.

Quindi bisogna fare altre ricerche per confermare o smentire l’utilizzo del latte ipoallergenico per neonati.

Sopratutto per capire se un biberon senza allergeni impedirà all’organismo di un neonato, di imparare a tollerarli.

I produttori del settore del resto sono anche obbligati a realizzare studi per sostenere un effetto protettivo del latte ipoallergenico.

Latte ha e familiarità

È vero che i figli di un genitore allergico sono a rischio di sviluppare molto più spesso un’allergia.

Questa condizione predispone all’allergia.

A volte vengono usate delle misure preventive, come il latte ha, sperando, di evitare o ritardare l’eventuale insorgenza di disturbi allergici.

Per produrre un latte ha adatto agli allergici, e per evitare questa familiarità di uno o entrambi i genitori, si possono seguire due strade:

  • la prima: si possono utilizzare proteine di provenienza diversa dal latte (ad esempio della soia);
  • la seconda: si possono frantumare le proteine vaccine, processo che le renderà innocue, o quasi, dal punto di vista allergico.

Quest’ultima opzione si realizza con il processo di idrolisi, esso consente di dividere e frazionare le proteine del latte.

Nell’idrolisi spinta i frammenti sono molto piccoli, se l’idrolisi è leggera, il latte si chiama ipoallergenico o anche ha.

Latte artificiale ipoallergenico e sua efficacia

Esistono scuole di pensiero per cui i latti ipoallergenici (ha) servono a prevenire le allergie, nei bambini a rischio (con familiarità di uno o entrambi i genitori) e altre scuole di pensiero che dicono il contrario.

Sono teorie differenti per il latte artificiale ipoallergenico non banali.

La linea generale è di non parlare di “bisogno” di latte artificiale ipoallergenico, ma di scelta.

I latti ad idrolisi spinta, però, sono utili, sopratutto in caso di allergia manifesta, cioè con sintomi.

D’altra parte, qualche rigurgito, è perfettamente normale e non è, da solo, segno di cattiva digestione, o di allergia.

Se un rigurgito è il motivo per cambiare latte, non è necessario.

Ovviamente lo è invece il consiglio del pediatra.

In sintesi sarebbe meglio prima capire se un neonato è allergico al latte vaccino.

Un bambino allergico ha una curva di crescita non ottimale, spesso piange ed è soggetto a disturbi gastrointestinali.

Tra questi:

  • sangue nelle feci;
  • vomito;
  • costipazione;
  • orticaria;
  • coliche;
  • rari, ma possibili, problemi respiratori.

Ovviamente è sempre meglio rivolgersi al più presto ad un pediatra o all’ospedale più vicino.

Questo in caso della presenza di questi sintomi se gravi o ripetuti.

È possibile ridurre il rischio di allergie anche durante la gravidanza.

Ad esempio con alcune accortezze, per esempio smettere di fumare, non escludendo il latte dalla dieta, se non strettamente necessario.

Dopo la nascita, se è possibile meglio scegliere l’allattamento al seno.

Questo dà meno casi di allergia nei neonati rispetto ai bambini a cui si dà subito il latte artificiale.

In ogni caso, va ricordato che il latte vaccino non va dato prima di un anno di età.

Proprietà del latte ha per neonati

Non è quindi sempre chiaro se il latte per neonati ha riduca il rischio di allergie oppure no.

Questi preparati per neonati vogliono prevenire la comparsa di un’allergia.

Il mercato propone molti tipi di latte artificiale: quello per la prima età, quello anti rigurgito, e anche artificiale addensato.

Ma prima di sceglierne uno vanno fatti dei controlli, rigorosi.

Se poi numerosi accertamenti non portano a nulla e non si ha una diagnosi di allergia al latte, ma nemmeno il latte è una soluzione, si consiglia sempre di rivolgersi al pediatra.

Egli potrebbe consigliare di utilizzare delle alternative per contenere i sintomi, se ancora presenti o le coliche.

Anche queste, se sono frequenti, possono essere segno di intolleranza al latte.

Davanti alla moltiplicazione dei preparati si fa fatica a capire se le proprietà dichiarate siano tutte efficaci.

I cosiddetti preparati ipoallergenici, dovrebbero proteggere i neonati, con familiarità o problemi specifici, dal rischio di allergie.

La particolarità è che le proteine del latte in questi tipi di preparati sono ridotte di dimensione, come si è detto, più o meno piccole o grandi.

Il che permette di esporre i bambini a un minor numero di allergeni, riducendo il rischio di sviluppare un’allergia futura.

Anche se questo ragionamento è teorico ci sono anche testimonianze che sottolineano come il latte ha per neonati abbia invece effettivamente aiutato.

Va ricordato che l’allergia al latte vaccino è l’allergia alimentare più diffusa nei bambini piccoli.

Quindi va prestata particolare attenzione nel trovare la diagnosi e il rimedio migliore.

In molti casi è il latte ha, ma in altri possono essere altri tipi di latte artificiale. Il consiglio rimane quello di rivolgersi ad un valido pediatra.