Lo sbadiglio è una cosa che tutti, almeno una volta al giorno fanno: una cosa che moltissime persone si chiedono riguardo lo sbadiglio è perché è contagioso? Lo sbadiglio svolge due funzioni, cioè una funzione sociale ed una funzione fisiologica: da un lato, questo viene utilizzato per comunicare che ci si sta annoiando, mentre dall’altra parte serve a regolare lo stato del corpo.
Ci sono veramente moltissime cose che c’è da dire in merito allo sbadiglio: infatti, si tratta di una pratica così strana ed inspiegabile che viene analizzata sin dall’antichità, al fine di conoscere le sue cause, ma anche per capire perché lo sbadiglio è contagioso. Non ci sono dubbi sul fatto che non tutti gli sbadigli sono uguali: moltissime persone sbadigliano e si stirano quando prima di andare a letto o non appena si svegliano.
Altri invece sbadigliano se sono annoiate, se vogliono stapparsi le orecchie durante un viaggio ad un’altitudine troppo elevata: altri, invece, sbadigliano semplicemente dopo aver visto un’altra persona che lo ha fatto.. Insomma, sono veramente moltissime le cause che portano allo sbadiglio, ma ancora pochissime informazioni sono conosciute in merito a questa pratica comune a quasi tutti i vertebrati.
Cos’è lo sbadiglio
Lo sbadiglio, secondo quanto scoperto in seguito a delle ricerche degli ultimi anni, è un atto riscontrabile in tutti i vertebrati presenti sulla Terra: addirittura i pesci e gli uccelli aprono la loro bocca in modo molto simile a quella di uno sbadiglio. Alcuni interessanti studi hanno mostrato che negli esseri umani i primi sbadigli iniziano a manifestarsi addirittura dopo le prime venti settimane che seguono il concepimento, quindi quando il bambino è ancora nell’utero.
Questo atto comprende un movimento dei muscoli torarcici, del diaframma, dei muscoli palatini e laringei: tutti questi muscoli si muovono all’unisono. L’atto dell’oscitazione, che è un termine antico per descrivere lo sbadiglio, è in grado di distribuire quello che è il surfactante (un agente umettante) all’interno degli alveoli dei polmoni: si tratta di sacche d’aria estremamente minuscole.
In teoria, non è possibile comandare lo sbadiglio, in quanto si ipotizza che lo sbadiglio è un’azione che è volontaria e parte in seguito ad un riflesso emesso dai neurotrasmettitori che si trovano all’interno dell’ipotalamo. In aggiunta a questo, c’è da dire che lo sbadiglio è associato ad un aumento nei livelli dei neurotrasmettitori, in alcuni ormoni e nei neuropeptidi proteici.
Cause dello sbadiglio
Lo sbadiglio è un’azione davvero misteriosa che ha sempre destato interesse nell’essere umano e che proprio per questa ragione è stata studiata sin dai tempi antici: sono moltissime le teorie riguardo alle cause che portano allo sbadiglio, e proprio per questo ancora non c’è un accordo all’interno della comunità scientifica. Una delle teorie più antiche per capire perché si sbadiglia e perché lo sbadiglio è contagioso deriva proprio dal padre della medicina, ovvero Ippocrate.
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Egli sosteneva che lo sbadiglio anticipava quello che era uno stato febbrile, e che quindi il corpo utilizzasse lo sbadiglio per rimuovere tutta l’aria cattiva che era presente all’interno dei polmoni: oggigiorno, è risaputo che lo sbadiglio non viene effettuato per il benessere dell’apparato respiratorio. La teoria sullo sbadiglio formulata da Ippocrate inizio ad essere messa in dubbio già nel diciassettesimo e diciottesimo secolo, periodi in cui vennero formulate nuove teorie sul sistema circolatorio.
Tali teorie sostenevano che sbadigliare favorisse un aumento della pressione sanguigna, ma anche della frequenza cardiaca e dell’ossigenazione del sangue: questo, migliorava le prestazioni motorie ed anche il livello di vigilanza. Di conseguenza, si potrebbe spiegare perché moltissimi atleti hanno l’abitudine di sbadigliare prima di compiere delle gare nella propria disciplina. Purtroppo, è stato mostrato che attività elettrica del cervello, sudorazione e frequenza cardiaca non aumentano dopo aver sbadigliato.
Teorie sullo sbadiglio
Proprio perché le cause dello sbadiglio sono ancora sconosciute, oggi giorno si continua a studiare questo atto tipico di moltissimi vertebrati, alla ricerca di nuove e convincenti risposte. Il dottore Robert Provine, esperto in campo di comportamenti cognitivi, sostiene che lo sbadiglio sia riscontrabile quando vi è un cambiamento nello stato comportamentale, come il passaggio da attenzione a noia, da sonno a veglia e così via…
Altri studi hanno ipotizzato che sbadigliare sia collegato alla regolazione della temperatura del cervello: nel momento in cui questa parte del corpo diventa troppo calda, si potrebbe ricorrere allo sbadiglio per riportarla alla sua temperatura normale.
La teoria si basa sul fatto che il sangue che si trova all’interno del corpo, che è più freddo, affluisce al cervello, facendo defluire invece quello più caldo attraverso la vena giugulare. Infine, i ricercatori Gallup ed Eldakar hanno riscontrato che anche la temperatura esterna potrebbe avere delle ripercussioni sull’atto dello sbadiglio.
Infatti, se questa è maggiore dei livelli normali, si sbadiglia mediamente di meno: questo sarebbe giustificato dal fatto che l’aria esterna non serve all’organismo, e quindi non è necessario ispirarne una quantità maggiore attraverso lo sbadiglio. Ci sono però delle ricerche che dimostrano che il numero degli sbadigli aumenta quanto sia l’aria esterna che l’aria del cervello aumentano di temperatura.
Cos’è lo sbadiglio continuo
Molti sostengono che lo sbadiglio sia associabile ad una condizione in cui si è molto stanchi o in cui si prova un forte sonno: ci sono però dei casi in cui il numero di sbadigli va oltre la media. Una spiegazione in questo caso potrebbe essere quella che ci si annoia molto oppure che si è molto stanchi: tuttavia, un’alternativa a questa teoria è stata fornita dal sito MedLinePlus, che ha evidenziato quali sono alcune cause del famoso “sbadiglio continuo”.
Tra le cause che porterebbero ad uno sbadiglio continuo ci sono dei disturbi causati da eccessiva sonnolenza diurna: in questo caso, dormire poco durante la notte o non dormire in modo soddisfacente, soffrire di apnee notturne oppure narcolessia. Un altro fattore che contribuisce allo sbadiglio continuo potrebbe essere la reazione vasovagale, cioè l’eccessiva stimolazione del nervo vago, magari causata da un infarto o dalla dissezione dell’aorta.
Ancora, potrebbero esserci altri problemi come ad esempio l’ictus, il tumore, l’epilessia, la sclerosi multipla, gli effetti collaterali di alcuni medicinali, come gli antidepressivi. In assenza di altri sintomi, però, non bisogna preoccuparsi dello sbadiglio continuo, perché nella maggior parte dei casi non suggerisce la presenza di altri problemi.
Perché lo sbadiglio è contagioso
Oltre ad essersi sempre chiesti cos’è lo sbadiglio e quali sono le sue cause, moltissimi ricercatori in tutto il mondo si sono posti come obiettivo di rispondere alla domanda “perché lo sbadiglio è contagioso?”. Innanzitutto, c’è da dire che con sbadiglio contagioso si fa riferimento ad uno sbadiglio causato dal vedere un’altra persona che sbadiglia: questo accade anche solo se si immagina un’altra persona che sbadiglia.
Moltissimi studi dimostrano che circa la metà degli esseri umani tende a sbadigliare dopo aver visto un’altra persona che lo fa, specialmente se l’azione viene fatta in modo ripetuto: questo però avviene tipicamente in soggetti normali, ben equilibrati ed adulti. Infatti, una curiosità è che questo riflesso allo sbadiglio non si registra nei bambini che hanno meno di cinque anni e nei bambini autistici.
Lo psicologo evoluzionista Gallup sostiene che lo sbadiglio contagioso non è altro che un meccanismo empatico primitivo, collegato all’attribuzione dello stato mentale.
Secondo Gollup lo sbadiglio sarebbe in grado di attivare delle zone del cervello che sono connesse all’imitazione motoria, al comportamento sociale ed all’empatia: dunque, i neuroni cerebrali che sono attivati causano una sensazione simile a quella che la persona sta vivendo, e ordinando di ripetere questa stessa anche quando non se ne avverte il bisogno.